MASTOPLASTICA ADDITIVA
Aumento volume seno, Incremento volume mammelle, Rimodellamento seno, Ipotrofia mammaria
La MASTOPLASTICA ADDITIVA è un intervento che ha come obiettivo l’aumento del volume delle mammelle.
La tecnica consiste nell’introduzione di protesi mammarie attraverso una incisione di piccole dimensioni posizionata attorno all’areola. Le protesi mammarie impiegate sono di primaria qualità.
Mastoplastica additiva: A chi è consigliata?
Candidate per tale operazione sono donne le cui mammelle sono sproporzionatamente piccole o che abbiano perso consistenza o siano pendule a seguito di ripetuti allattamenti, oppure che abbiano forma e volume indesiderati o che siano asimmetriche. In quei casi in cui le mammelle siano molto pendule, può essere necessario un intervento di mastopessi in aggiunta o in sostituzione della mastoplastica additiva.
Non vi è alcuna evidenza che l’intervento di mastoplastica additiva, mediante protesi, abbia una qualsiasi influenza nel determinarsi del cancro della mammella.
L’intervento
L’intervento può essere eseguito in anestesia generale o in anestesia locale con sedazione profonda in clinica.
L’intervento non è lungo. L’intervento di mastoplastica additiva normalmente dura 1 h 30 min, ma a seconda delle difficoltà della tecnica può avere un tempo ridotto o aumentato di 30 minuti circa.
La misura della protesi verrà discussa con il chirurgo all’incontro che precederà l’operazione. In tale sede saranno quindi considerati attentamente fattori quali le dimensioni della mammella, del torace e la costituzione generale, nonché le preferenze personali.
Tecnica
La tecnica di elezione che utilizziamo nella maggioranza dei casi è la tecnica dual-plane che consiste nell’inserimento della protesi sotto al muscolo pettorale, a sua volta separato dalla ghiandola mammaria. L’ incisione cutanea di accesso di 4.5 cm migliore è quella periareolare, ma non può essere effettuata se l’areola è di dimensioni troppo piccole per poter consentire l’accesso della protesi, in tal caso la cicatrice casca a livello del solco sottomammario.
Le cicatrici per definizione sono visibili ma il nostro obiettivo deve essere quello di realizzarle nel miglior modo e nella sede migliore per far si che diventino il meno evidente possibile. La sede migliore di una cicatrice da mastoplastica additiva è quella periareolare inferiore, cioè nella metà inferiore dell’areola nel punto in cui la cute più scura si collega a quella più chiara. Questo perché in questa sede la cicatrice è di migliore qualità rispetto al solco sottomammario, e perché sono al centro del campo operatorio con un grosso vantaggio per l’operatore. Le cicatrici dopo 3-4 mesi possono già essere di ottima qualità ma come tutte le cicatrici cutanee dopo un anno giungono a stabilità.
Nei casi di mammelle con un buon parenchima ghiandolare e con associata ptosi si può utilizzare la tecnica sottoghiandolare che permette di sollevare maggiormente la mammella. In questo caso la nostra scelta è quella di utilizzare sempre la protesi rivestita di poliuretano per minimizzare il rischio di capsula di contrazione.
Il vantaggio della tecnica dual-plane consiste nel minimizzare il rischio di capsula di contrazione al massimo e di formazione del fenomeno di rippling (onde) che si potrebbe creare nel polo superiore della mammella con protesi sottoghiandolari.
Materiale protesico
Le protesi che utilizziamo sono ripiene di gel di silicone coesivo. Questo per il fatto che non è liquido ma è di consistenza morbida e non cola e non modifica la sua forma. Le protesi si distinguono in due grandi categorie, rotonde e anatomiche e possono avere proiezione diversa, bassa, media e alta. La nostra scelta sarà sempre quella di utilizzare una protesi con superficie testurizzata (superficie ruvida) o rivestita di poliuretano e utilizziamo sempre il poliuretano con la tecnica sottoghiandolare. Utilizziamo prevalentemente le protesi testurizzate al silicone con la tecnica sottomuscolare.
La durata della protesi non è prevedibile, e non è necessario come sostengono alcuni che le protesi vadano sostituite dopo 10 anni, ma le ditte produttrici principali rilasciano la garanzia.
Nella mastoplastica additiva si possono utilizzare differenti tipi di protesi. Ciò che è fondamentale è che il chirurgo abbia conoscenza di tutti i tipi di protesi e che sappia perciò proporre ed utilizzare la migliore per ciascun caso differente. In poche parole non esite una protesi valida per tutte le stagioni. Il chirurgo che impianta sempre e solo quel tipo di protesi non ha una chiara visione dell’intervento. In base alla situazione pre-operatoria di ciascuna paziente si deve stabilire ciò che è possibile realizzare con un intervento e contemporaneamente recepire le esigenze del paziente che potrà esprimersi sulla taglia e sul tipo di forma desiderato. In base a tutto ciò si decide che tipo di protesi e che volume utilizzare e che tecnica utilizzare. Le protesi mammarie utilizzate possono perciò essere rotonde o anatomiche, a basso, medio o alto profilo, tutte riempite di gel coesivo di silicone, di superficie testurizzata, cioè rugosa, oppure rivestite di poliuretano. Queste ultime sono quanto di più sicuro nei confronti della rara complicanza di capsula di contrazione.
Preparazione pre-operatoria
Come preparazione all’intervento sono assolutamente necessari:
Bisogna evitare di prendere aspirina per 2 settimane prima e 2 settimane dopo l’intervento. L’aspirina riduce la capacità di coagulazione del sangue e può produrre complicazioni.
Alle pazienti in trattamento con contraccettivi orali si consiglia di interrompere l’assunzione di tali farmaci un mese prima dell’intervento.
Trattamento post-operatorio
Per un buon esito dell’intervento è consigliabile l’utilizzo nel post-operatorio di drenaggi che servono soprattutto ad eliminare la raccolta siero-ematica all’interno della tasca in cui viene posizionata le protesi mammaria. Per questo motivo nella maggioranza dei casi di mastoplastica additiva il paziente avrà un drenaggio per uno o due giorni e questo indipendentemente dal fatto che la degenza sia in clinica o a casa dopo la dimissione. In tutti i casi il paziente eseguirà una copertura antibiotica anche a domicilio e la prima medicazione si effettuerà per rimuovere i drenaggi. Il chirurgo quindi in accordo con l’anestesista prolungherà la degenza solo in caso di complicanza come febbre o ematoma.
Percorso visite di controllo
La prima visita di controllo dipenderà dai drenaggi. In genere si rimuovono i drenaggi quando sono siero-ematici e sotto i 50 cc nelle 24 ore.
Dopo 7 giorni vengono controllate le ferite chirurgiche e si effettua la prima visita di controllo, essendo le suture riassorbibili non sarà necessario rimuovere i punti.
Dopo 30 giorni, 90 giorni e a sei mesi il chirurgo operatore controllerà la paziente presso l’ ambulatorio medico. Durante la prima settimana si dovrà limitare i sollevamenti e le spinte con le braccia per non sforzare il muscolo pettorale, si dovrà indossare il reggiseno costantemente e non bagnare la sede della cicatrice. La paziente non dovrà dormire a pancia in giù per circa 10 giorni. La doccia potrà essere effettuata dopo la rimozione dei punti al settimo giorno.
Il dolore post-operatorio viene controllato con i normali farmaci antidolorifici e normalmente le pazienti stesse riferiscono una sensazione di fastidio e non di dolore solo se compiono movimenti azzardati con gli arti superiori.
Dopo l’intervento
Inizialmente la mammella apparirà leggermente più alta del normale. Questo in particolare quando l’impianto è sistemato al di sotto del muscolo pettorale. Nel giro di 2-3 mesi l’impianto scenderà in una posizione più naturale.
Possibili complicanze
Sanguinamento. Il sanguinamento è davvero raro, ma può verificarsi solitamente entro le prime 24 ore; in tal caso sarà necessario un ritorno in sala operatoria per rimuovere la protesi, fermare il sanguinamento, reinserire la protesi e richiudere la ferita. In ogni caso, se opportunamente trattato, un episodio di sanguinamento non causa altri inconvenienti.
Infezioni. Sono estremamente rare ma, se presenti, può essere necessario rimuovere l’impianto ed attendere alcune settimane o mesi.
Perdita di sensibilità del capezzolo. Anche essa è insolita, ma può essere causata dall’operazione e può, in rarissimi casi, essere permanente.
Indurimento. L’organismo reagisce nei confronti della protesi come con qualsiasi altro corpo estraneo, dando luogo alla formazione di una capsula fibrosa che con il tempo può tendere a costringere la protesi e darle una consistenza maggiore. Questa è la più comune complicanza a distanza della mastoplastica additiva anche se tale evenienza si è notevolmente ridotta con l’uso delle protesi a superficie rugosa o rivestite di poliuretano. Un’ulteriore riduzione di frequenza della contrazione capsulare può essere ottenuta ponendo la protesi al di sotto del muscolo pettorale ma anche in questo caso essa può presentarsi dopo mesi o anni.
Raramente questo problema richiede un intervento chirurgico, ma comunque, ai primi segni di variazione di consistenza, è opportuno consultare il chirurgo in modo da poter provvedere rapidamente con manovre esterne a far sì che la mammella riacquisti la sua naturale morbidezza. Nei casi in cui l’impianto sarà sistemato al di sotto del muscolo pettorale, i primi giorni potrebbe presentarsi una sensazione di fastidio alla superficie anteriore del torace. Questa scomparirà molto rapidamente e alla fine della prima settimana la presenza della protesi non sarà più notata dalla paziente.
Ritorno al sociale
Il lavoro e le attività sociali dovrebbero essere ridotte per almeno 1 settimana dopo l’intervento. Se il lavoro della paziente fosse tale da richiedere attività fìsica quale sollevamenti, spinte, etc., sarà necessario un periodo di convalescenza più lungo.
La guida può essere ripresa una settimana dopo l’intervento.
Potranno essere riprese le attività sportive dopo 4-6 settimane a seconda della intensità dello sforzo.
DURATA
1 ora in media
DIMENSIONE PROTESI
in media 300cc
POST OPERATORIO
12 giorni
RAGGI UV
non esporsi per 45 giorni